Il rischio sismico, determinato dalla combinazione di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione, è la misura dei danni attesi in un intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti).

Il territorio nazionale è interamente sismico e tutti i comuni italiani, con differenti livelli di rischio, possono subire danni da terremoti. Le scosse più forti registrate nel temo si concentrano in alcune aree:

  • Nell’Italia Nord-Orientale (Friuli Venezia Giulia e Veneto);
  • Nella Liguria Occidentale
  • Nell’appennino Settentrionale (dalla Garfagnana al Riminese)
  • Lungo tutto l’Appennino Centrale e Meridionale, in Calabria e in Sicilia Orientale.

Il nostro territorio, se pur in modo molto basso, è soggetto a tale rischio, ricordiamo il terremoto che ha ci ha colpiti nel 2012.

Come si interviene?

Non è ancora possibile prevedere con certezza quando, con quale forza e dove si verificherà il prossimo terremoto. Ad oggi l’essere preparati è il modo migliore per prevenire e ridurre le conseguenze di un terremoto.