La campagna informativa “IO NON RISCHIO”, promossa dal Sistema di Protezione Civile Nazionale, pone le sue basi sul concetto della “resilienza” delle comunità a fronte delle situazioni avverse che la colpiscono.

Il termine resilienza, che ha origine latina e deriva dal verbo resilio che significa rimbalzare, non è l’equivalente del termine “resistenza”, anzi potrebbe addirittura intendersi, in alcuni aspetti, come il suo opposto. Essere resilienti significa porsi in maniera elastica ed assorbire l’evento per sopravvivere e ripartire di slancio, cercare cioè di piegarsi senza spezzarsi.

La resilienza per gli esseri viventi è quindi una modalità di reazione attiva, supportata da risorse interne e/o esterne alla comunità, che permette al sistema sociale il ritorno alle condizioni di normalità.

Nell’ambito della protezione civile l’idea di comunità resilienti assume sempre più un valore centrale attraverso la promozione, il sostegno e lo sviluppo articolato ed organizzato della naturale capacità degli esseri umani di assorbire gli effetti di un evento e ripartire nel minor tempo possibile per riportarsi allo stato precedente. Per trasferire nelle comunità questo concetto che sposti significativamente l’equilibrio culturale, dall’attendismo-assistenzialista, ad un meccanismo proattivo, consapevole e organizzato che permetta di ridurre al minimo gli effetti dell’evento, si deve necessariamente passare per la consapevolezza del rischio ovvero dalla conoscenza degli spazi che si vivono e dei rischi sottesi, questo non per fare allarmismi o diffondere paure, tutt’altro poiché dalla conoscenza derivano consapevolezza e predisposizione alla risposta.

Ma come possiamo ottimizzare questa naturale capacità reattiva ?

La preparazione all’evento è la chiave e la porta:

  • Informare la popolazione sui rischi del territorio
  • Formare sulle buone pratiche di auto protezione

Queste attività sono alla base della campagna “IO NON RISCHIO”.